Non c'era niente di male, potevamo fermarci, dovevamo sbagliare

Antonella  ha 24 anni, vive a Firenze da qualche mese. Ha lasciato da poco Bologna per iniziare la specialistica, ha una grande passione per la cucina e spesso va a cena da sola nei ristoranti più tradizionali dei luoghi che visita, ma apprezza anche molto i sapori esotici.

Siamo in una sera di fine ottobre, la temperatura è quella autunnale. I colori fuori sono quelli che preferisce. Decide di uscire da sola per andare all'inaugurazione di un nuovo locale vicino Santa Maria del Fiore. Il posto è carino, a ogni portata legano un diverso cocktail studiato apposta. I sapori sono particolari, forti... Antonella li apprezza molto.

É alla seconda portata e degusta con molta calma ogni morso della sua tartare.
Accanto a lei ci sono diversi sconosciuti e sconosciute, in lontananza vede un volto familiare che la saluta. É Ivano, il padre di una sua amica d'infanzia di Bologna.

Ivano é un uomo un po' strano, cupo é un termine che gli si addice molto. Non ha mai parlato tantissimo.
Ha 47 anni, vive a Firenze da 7 anni, si é trasferito poco dopo aver divorziato, lavora nel campo dell'informatica.

L'uomo si siede subito nel posto che si è appena liberato accanto a lei. I due non si vedono da qualche anno. La figlia di Ivano, Anna, è coetanea di Antonella, erano compagne alle medie e alle superiori.
Iniziano a raccontarsi un po'. Antonella gli racconta della laurea, del nuovo corso di studi, di quanto le piaccia Firenze. Lui l'ascolta a volte un po' distratto.

Finiscono insieme l'ultimo cocktail, si confermano di avere i numeri corretti del telefono e si salutano. 

Antonella rientra a casa, si strucca, si spoglia, di infila una maglia grigia e si mette a letto .
Sono le 2, non ha ancora preso sonno. Si gira e rigira nel letto. Le ritornano ricordi di quando era adolescente e frequentava casa di Anna.
Sono le 2.45, ancora si rigira tra le lenzuola. Prende il telefono, guarda fb, Instagram, le mail...
3.25, decide di leggere un libro che prende a caso dalla pila sul comodino, le serve solo per stremarsi e dormire.
Sono le 6.03 finalmente crolla in un sonno profondo.
Alle 7.30 suona la sveglia, la rimanda di mezz'ora, per poi rimandarla ancora. Alla fine salta lezione.

Si sveglia all'ora di pranzo, fuori piove e fa fresco. Senza pensarci troppo scrive a Ivano chiedendogli se ha voglia di uscire per un aperitivo insieme.
Lui risponde qualche ora dopo. Si danno appuntamento alle 19.

Antonella va a lezione, esce alle 17.30 abbastanza esausta, forse il poco sonno, forse la lezione un po' pesante. Rientra a casa in fretta, si fa un caffè al volo con le coinquiline, doccia e cambio d'abito.
"Dove vai così in tiro?" Le chiede Elisa, la coinquilina. Antonella risponde candida "vedo un vecchio amico, il padre di un'amica, nulla di che". Esce.

Ivano é puntuale, mentre Antonella perde qualche minuto.
Appena arriva vicino al locale vede lui che la aspetta fuori, le fa un sorriso, lo stesso della sera prima. I due si salutano con un bacio veloce, con lei che si alza sulle punte nonostante i tacchi, lui é particolarmente alto.
I due entrano, si siedono e ordinano due calici di bianco fermo.
Iniziano a chiacchierare ricordando ancora qualche aneddoto di qualche anno prima: le cadute in bici, le bambole, i muri scritti. Ivano le ricorda della volta in cui le aggiustò la bici dopo essere scivolata e essersi sbucciata un ginocchio. Lei aveva 12 anni lui 37. Questo aneddoto fa saltare alla memoria di Antonella dei flash, poco chiari.

La serata prosegue con i racconti di lui a Londra durante l'ultima vacanza con la ex. I due continuano a bere. Sono entrambi brilli.
Decidono di andare a casa di lui, escono dal locale e si avviano verso l'auto. Ivano vive in periferia. Camminano per una quindicina di minuti prima di raggiungere l'auto. L'uomo sale in macchina, Antonella apre la portiera ma prima di salire si accerta che Ivano la stia guardando, alza la gonna e fa scivolare le mutandine.
Ivano non reagisce, per lo meno questa è la percezione di lei.

La macchina si accende, le luci si accendono, Antonella è dentro l'auto senza intimo. Accavalla le gambe e inizia a parlare come se nulla fosse.

I due arrivano a casa dopo circa 20 minuti. Parcheggiano nel vialetto.
Ivano ha una casa molto grande su 2 piani con un giardino ampio. Non una pianta se non 3 alberi e attorno dei cespugli molto alti che fanno da recinto.

Entrano in casa. Antonella vede le foto di Anna sul mobile, in qualche foto c'è anche lei con altri amici. Ivano ha tenuto tanti ricordi dell'adolescenza di Anna e di Monica, l'altra figlia. Ci sono anche foto di Sonia, l'ex moglie. A quanto pare non ha mai avuto bisogno di nascondere la sua famiglia, nonostante abbia avuto diverse amanti, e anche tantissime storielle.

Antonella si siete poi sul divano, Ivano arriva con una bottiglia dello stesso vino di prima e due bicchieri. Si siede accanto alla ragazza e iniziano a chiacchierare, Antonella è sempre più vicina a lui. In sottofondo suonano i Jefferson Airplane.

Dopo qualche minuto chiede dove é il bagno, "in fondo al corridoio a sinistra" gli risponde lui.
Poco dopo Antonella è di ritorno, ma non si siede. Prende il calice di vino appena riempito da Ivano e inizia a ballare su White Rabbit. Poggia il bicchiere sul tavolino di vetro e si sfila l'abito, restando solo sui tacchi.
Ora è nuda, brilla, Ivano è seduto sul divano, incredulo, ma non troppo.
Si versa qualche goccia di vino vicino al seno, facendo in modo di far scivolare tutto fino alla figa.
Ivano si alza, le si avvicina, la guarda dall'alto e poi si distende atterra. Lei allora continua a versare il vino...facendo bere lui dal quel rigagnolo formatosi attraverso le forme di lei.
Finito il vino si accovaccia su di lui, mettendogli la figa in faccia, lui la lecca...finito di sorseggiare tutto la spinge, facendola cadere. Antonella è ora distesa a terra con Ivano sopra di lei.
Ancora un flash, diverso da quello avuto qualche ora prima al bar.

I due iniziano a scopare, prima lui è sopra di lei. La guarda fissa negli occhi facendole quasi provare imbarazzo. Spinge, forte, le fa male. È grosso, le sue spalle sono grosse, il cazzo è grosso e la sua forza è molta.

Ivano è un uomo di 47 anni che si è riscoperto a 38 anni, dopo il divorzio. Va in palestra, mangia bene, ama bere bene e si prende cura di se stesso.

Antonella ora è sopra di lui, la luce in sala è bassa, il pavimento scomodo, eppure i due continuano.
Passano quasi due ore. Lui le viene addosso, sulla schiena. Lei ha avuto 3 orgasmi.


Adesso Antonella è cotta. Si addormenta vicino a lui e si risveglia in una camera da letto che non riconosce.
É camera di Ivano che intanto è in cucina a preparare la colazione.

"Pane tostato, burro e marmellata di fragole se non ricordo male" dice lui.
Lei sorride e fa cenno si di.
Mangiano con calma, è sabato, Antonella non ha lezione, Ivano non lavora.
Intorno c'è silenzio, si sente solo un leggero rumore di pioggia.
Antonella guarda l'ora, 10.35. "Scappo a casa Ivano, stasera ho un compleanno, sentiamoci se sei libero"
"Ho un appuntamento con un amico, ma potrei liberarmi sul tardi, sentiamoci"

Antonella va a casa. Al rientro le coinquiline le chiedono com'è andata, ma lei non racconta nulla. In realtà sa bene di non aver ancora realizzato nulla, di non aver realizzato che Ivano é il padre di quella che alle medie e alle superiori era la sua migliore amica.
Si infila sotto la doccia, apre l'acqua che gelida le arriva addosso. Era soprappensiero e non ha pensato ad aprirla prima per farla scaldare.
Questa cosa le fa venire in mente un altro flash, questa volta più nitido.

É in doccia, ha 16 anni, è ancora vestita ma è sotto l'acqua fredda. Si spoglia e le sue mutandine sono rosso sangue. Le fa male lì sotto, ed è umida, ma non è acqua.

Subito Antonella realizza. Ricorda lei fuori dall'auto con un vestitino a fiori, dentro quell'auto c'è Ivano. Sono soli perché Anna è già a casa e sua madre ha chiesto a lui di prenderla a pallavolo. Antonella sfila le sue mutandine, Ivano è incredulo ma non dice nulla, ha il cazzo duro e lei lo sa. Sale in macchina, lo guarda. Il volto di lei è strano, diverso, non più innocuo. Lei allunga la mano verso di lui e gli sussurra "so che lo vuoi, so che mi vuoi". Lui accende l'auto e parte.

Ora è tutto un po' più nitido.

Sono le 15, arriva una chiamata, é Alessandro che sta passando sotto casa di lei per andare a prendere il regalo per Carla, la festeggiata.
Antonella si veste al volo, si trucca, esce.
Durante tutto il tragitto parla un po' balbettando ad Alessandro, è assente.
Entrano in un negozio, comprano il regalo per Carla, escono.
"Puoi tenerlo tu? Non so se è a che ora arriverò alla festa questa sera"
Alessandro la guarda, annuisce. Lei scappa di corsa a casa. Non sa se chiamare Anna, é un po' confusa, "cosa cazzo potrei chiederle del resto" si dice tra se e se.

Alle 20.30 esce di casa per andare alla festa, dopo essersi fatta una seconda doccia fredda, questa volta per scelta.
Alla festa si distrae chiacchierando con amici.
Sono le 23.45 e le arriva un messaggio "mi sono liberato, dove ti trovo?"
Alza lo sguardo e va verso il terrazzo, fiori piove ancora, ma esce comunque, ha bisogno di aria e di fresco.
Risponde al messaggio mandando solo la posizione.
"15 min e sono da te " risponde lui.

Poco dopo lui é lì sotto, lei lo vede arrivare dal balcone. "Scendi" le scrive.
Saluta tutti in fretta, scende le scale correndo, apre il portone e lui è li. Apre la portiera e prima di salire si sfila le mutandine.
Si siete in auto, sorride e partono.

Durante il tragitto stanno in silenzio. 
Vanno verso casa di lui.
A lei saltano in mente intanto tanti ricordi:
Il 14mo compleanno di Anna, in cui mentre apre i regali lei sta seduta sulle gambe di lui.
La sera in cui ha dovuto dormire a casa loro perché la nonna stava male...quella sera lei si é svegliata alle 3 di notte perché sentiva dei rumori dal piano di sotto, era lui con la TV accesa. Aveva 16 anni e la figa che le pulsava. Si sedette accanto a lui, allungò la mano verso il cazzo di lui che era ancora moscio, gli slacciò i pantaloni, si tolse il pantalone del pigiama e gli saltò addosso, scopandolo, regalandogli così la sua verginità, quella fu la volta della prima doccia fredda, vestita.
E poi tanti altri ricordi.

Arrivati a casa di lui lei va diretta in camera, correndo.
Lui chiude il portone dietro di se, cammina verso la camera e trova lei, nuda, solo con le mutandine questa volta...guardandolo negli occhi gli dice "è arrivato il momento che sia tu a portarmele via."

A quel punto lui le salta addosso e con violenza le sposta le mutande. Con forza le infila il cazzo stando sopra.
Poco dopo la gira di schiena le toglie finalmente le mutande, si sputa in mano, le punta nel buco del culo e la penetra. Le prende poi i capelli e tirandoli l'avvicina a se e le sussurra "erano anni che volevo anche il tuo culo".
Così scopano rincorrendosi nel letto. Lei geme come una ragazzina, con lo stesso sguardo di quando da adolescente lo aveva istigato mille volte a cadere in tentazione, facendolo cedere quasi sempre.

La mattina dopo Antonella si sveglia alle 11.00, lui non è in casa ma la colazione è già pronta per lei sul tavolo. Accanto alla tazza un biglietto di lui "torno a breve".
La ragazza fa colazione e si infila poi in doccia.

Uscita dalla doccia trova sul divano un pacco con su un foglio con scritto "aprimi".
Antonella apre il pacco e trova dentro un vestitino a fiori, come quello che aveva la volta in cui provocò per la prima volta Ivano, a 16 anni. Trova anche lo stesso pigiama della volta in cui perse la verginità sul divano di lui.
Aveva la scelta di indossare uno dei due, scelse il pigiama rosa.
Lo indossa e cerca lui per casa...arriva al piano di sopra in camera ma non c'è, sente la TV e capisce a che gioco voleva giocare.
Scende...si avvicina a lui, lo guarda, allunga la mano, si sfila i pantaloni, gli sbottona i jeans e gli salta addosso.


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Nella foto di Manuel Bravi io qualche anno fa.

Il titolo è una citazione. Motta La prima volta

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